Quarant’anni fa per trovare il suo primo casco avevamo girato l’intera provincia di Cuneo, erano tutti troppo piccoli. Mauro aveva una testa “fuori misura” in cui c’era posto per metodo e logica stringente, per forza di volontà cocciuta, determinazione assoluta ma anche per sogni, voglia di esperienze nuove, anche fantasia. Purtroppo anche per la “bestia” che se l’è portato via troppo presto.
Oggi, in tempi di spit, falesie e vie attrezzate, quei tempi sembrano preistoria che fa sorridere o ispira “compassione”. Eravamo, come gli altri amici braidesi, uomini del quarto grado ma, almeno con la mente, programmavamo vie ben più dure, fuori dalla nostra portata. Idee che per motivi di meteo, volontà che tremava o disguidi vari, rimasero tali. In una delle ultime chiacchierate mi disse: “Siamo stati fortunati a battere qualche piccola “nasata” altrimenti potevamo trovarci in guai seri”.
Mauro diventò il primo istruttore ISA della sezione di Bra, e quindi il primo seme che avrebbe poi dato vita a quella che è oggi la Scuola Alpi Ovest. Nei corsi prima sezionali e poi intersezionali era una delle anime più presenti sia nelle lezioni teoriche (precise, nitide, lineari, specie in preparazione di una gita, schizzi di rotta e orientamento) che nelle uscite pratiche (calmo e pragmatico nei momenti problematici). Nel nucleo di quelli che più lavorarono per far nascere, con parto non facile, e poi crescere l’attuale Scuola, fu uno dei più presenti e motivati.
Poi scoprì le gare, di bici, corsa a piedi, in montagna, con gli sci. Un’altra stagione, una storia diversa ma con il comune denominatore del traguardo da raggiungere con fatica (lui era l’emblema della determinazione) e, possibilmente, con amici con cui condividere la stessa passione. Perché condividere può dare un senso e un’anima a rocce, spazi, neve, cieli. O a tutta una vita.
Paolo Fissore